Chirone e l’equilibrio tra spirito e materia
L’essere umano si trova spesso a percepire alcune parti di sé che sembrano essere in conflitto tra loro. Chiunque intraprende un cammino spirituale sa quanto è arduo riuscire a trovare un accordo tra questi pezzi che compongono il nostro essere. Nella mitologia troviamo diverse figure che manifestano in modo evidente la coesistenza di diverse nature in contrasto tra loro. Una di queste figure è quella del centauro. In lui la doppia natura è evidente, in quanto manifestata fisicamente: la parte superiore del corpo ha aspetto umano, mentre quella inferiore è equina.
Nel centauro notiamo che la natura umana sovrasta quella animale e la domina. Nonostante ciò, nei racconti mitologici vediamo che di questi esseri vengono enfatizzati gli istinti primordiali. Descritti come esseri forti, virili, passionali, violenti e lussuriosi. Preda di ira e impeto brutale, sono temibili avversari per chiunque li incontri sulla via, essendo dotati anche di destrezza e velocità tipiche del cavallo.
Questo discorso vale per tutti i centauri, tranne uno: Chirone, figura spesso associata alla costellazione del Sagittario. Secondo il mito, era figlio dell’oceanina Filira e del dio Crono, che si era trasformato in cavallo per sedurla. Fu il più saggio di tutti i centauri, maestro dei più valorosi eroi ed eccellente medico. In lui, il lato umano, razionale e intelligente, prevale nettamente su quello animale.
La sua storia è tragica. Infatti, il mito ci racconta che un giorno Eracle, suo allievo, si stava battendo contro alcuni centauri, dopo aver ricevuto un’offesa. Quando questi cercarono riparo presso Chirone, Eracle, che li inseguiva, scagliò una freccia avvelenata e colpì accidentalmente il suo tanto ammirato maestro. Questo non pose fine alla vita di Chirone, poiché era immortale, ma lo fece vivere nel tormentoso dolore provocato dal veleno di cui era intrisa la freccia. Finchè, non strinse un patto con il dio supremo Zeus: in cambio dell’immortalità di Chirone sarebbe stata resa la libertà al titano Prometeo, il quale era stato condannato, avendo rubato il fuoco agli dei per donarlo agli uomini. Il dio Zeus, alla sua morte, essendogli affezionato, lo accolse in cielo trasformandolo in una costellazione.
Chirone, maestro di eroi, è qui per insegnarci l’importanza dell’equilibrio. Come possiamo mantenere salda la nostra volontà per raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati? Ce lo dice il centauro stesso: attraverso l’equilibrio della nostra parte istintuale- materiale e di quella spirituale. La tensione tra questi estremi la mostra chiaramente Chirone, che è un virile centauro, ma allo stesso tempo è un artista, un intellettuale. Scalpita come un cavallo, ma ama il sapere. È forte e brutale, ma anche colto e raffinato.
L’essere umano è fatto da spirito e materia densa ma, soprattutto se intende intraprendere un cammino spirituale, deve saper padroneggiare il suo lato più grossolano e terreno altrimenti non farà progressi. La freccia che punta al cielo dello Spirito, non centrerà il bersaglio se il Sagittario si lascerà prendere dall’impeto animalesco. Serve precisione, determinazione.
Domina il tuo lato animale terreno, volgi lo sguardo verso il cielo dello Spirito, compi l’evoluzione necessaria per migliorare te stesso.
Chirone raggiunge finalmente il cielo, sacrificandosi totalmente. È molto significativo che ad ucciderlo sia proprio l’eroe da lui istruito. L’ eroe incarna l’uomo evoluto, che si è elevato dalla sua condizione misera per manifestare la parte divina che è in lui. Dopotutto, Eracle è un semidio, anche lui costituito da due parti opposte: il divino e l’umano.
La dualità intrinseca nella nostra natura umana va accettata, conosciuta e trascesa. Così Eracle uccide il suo maestro, ma in realtà noi possiamo leggere questa vicenda in chiave esoterica. Eracle, cioè l’iniziato evoluto sul cammino, uccide il maestro, cioè supera l’insegnamento assurgendo ad una sapienza superiore. Il maestro infatti viene sublimato, divenendo una costellazione. Dalla Terra al Cielo. Evoluzione verticale.