Estia e il Sacro Fuoco che mai si spegne.
Estia è il fuoco che brucia al centro del tempio. Estia è il focolare domestico. Fuoco della casa, Fuoco del tempio. Estia (pronuncia Estìa) è una divinità greca. Figlia di Crono (il Tempo) e Rea, e nipote di Urano (il Cielo) e Gea (la Terra), è una dea Vergine e protettrice della casa e della famiglia. Non la si trova molto spesso raffigurata con sembianze umane. La Sua presenza si percepisce nel fuoco che arde nella casa e nel braciere circolare nel tempio. Il Suo simbolo è il cerchio.
In base agli antichi racconti, all’interno del pantheon olimpico Lei rivestiva un ruolo di alto valore, essendo una delle dodici principali divinità dell’Olimpo, primogenita di Crono e Rea. Veniva invocata per prima durante i sacrifici. Quando Dioniso divenne un dio, Lei gli cedette il posto sull’Olimpo. Divenne una dea dedicata all’introspezione, che non partecipava agli eventi mondani né si faceva prendere dalle passioni come invece facevano molti altri dei. Non possedeva santuari, perché era comunque presente in ogni tempio, nella fiamma che ardeva e mai doveva spegnersi.
Negli antichi miti si narrano diverse vicende in cui è stata importunata da figure maschili che ne minacciavano la castità, alle quali non ha mai ceduto, respingendo ogni tentativo di seduzione e restando una dea Vergine. Bisogna considerare che il concetto di verginità non riguarda solo l’astinenza dai rapporti sessuali. Quando viene associato alla Divinità ne denota il carattere di integrità, interezza. Estia è una dea Vergine in quanto non ha bisogno della figura maschile per divenire completa, essendo già un intero. Questo concetto è ben rappresentato dal suo simbolo: il cerchio. È una figura completa in se stessa ed è pura, nel senso che nessuna influenza esterna la contamina.
Il cerchio è anche un rimando al focolare rotondo presente nelle antiche case, di cui Estia era la protettrice. I bambini che nascevano venivano presentati e consacrati in famiglia con un rito che vedeva il padre portarli in braccio attorno al focolare. Anche le giovani coppie di sposi eseguivano riti legati al fuoco per attirare la buona sorte e la benedizione della Dea: la novella sposa prendeva il fuoco dalla casa della propria famiglia di origine per accendere il focolare della sua nuova casa.
Le città greche venivano protette e benedette dalla Dea attraverso il fuoco sempre acceso nei templi. Si può dire che la Dea Estia, che i Romani chiamarono Vesta, ed il Fuoco erano una cosa sola. Tanto che il grande poeta Ovidio scrisse:
“Per lungo tempo credetti stoltamente che ci fossero statue di Vesta, ma poi appresi che sotto la curva cupola non ci sono affatto statue. Un fuoco sempre vivo si cela in quel tempio e Vesta non ha nessuna effigie, come non ne ha neppure il fuoco”. (Ovidio, Fasti, VI, 255-258).
Estia è il Sacro Fuoco, la Grande Fiamma. Nell’antica Roma, la custodia del fuoco sacro era deputata alle vestali, le sacerdotesse di Vesta. La sede del collegio sacerdotale, la cosiddetta Casa delle Vestali, era situata presso il Foro di Roma, connessa al tempio di Vesta, in un complesso chiamato Atrium Vestae. Il compito delle Vestali era vegliare sul sacro fuoco, che non doveva mai spegnersi. Venivano scelte da bambine, intorno all’età di sei-dieci anni e dovevano mantenere la castità per un trentennio circa. Infatti era strettamente legato a loro il concetto di purezza. Potevano mostrarsi alle altre donne solo in particolari giorni. La loro funzione era ritenuta fondamentale. Chi trasgrediva tra loro i sacri voti veniva punita severamente. Infatti, risultano frequenti i casi di vestali colpevoli che venivano lasciate morire sepolte vive, con scarsissimo cibo. La morte non gli veniva inflitta direttamente dagli uomini, per timore che questi restassero contaminati dalla colpa della vestale, macchiata dall’onta di aver oltraggiato gli dei.
Estia ci ricorda che il Sacro Fuoco da alimentare è dentro di noi. Abbiamo la responsabilità ed il dovere di non lasciarlo mai spegnere. Raccogliersi davanti ad un fuoco è un gesto prezioso, che richiama l’introspezione, ma può voler dire anche condivisione. Infatti, nei tempi passati, i nostri antenati si riunivano attorno alla fiamma per raccontarsi storie e creare una propria mitologia familiare, fatta di eventi realmente accaduti ai membri della famiglia e che dovevano essere da esempio e da monito per le nuove generazioni.
Condivisione, dunque, ma anche introspezione. Infatti, porsi innanzi ad un fuoco che arde, mentre fuori fa freddo, ci pone in uno stato ricettivo. Il gelido vento soffia fuori dalle finestre, la notte è calata, ma nel camino, o meglio, nel focolare rotondo, la fiamma è viva e arde fiera. Specchio della nostra luce interiore capace di accendere e scaldare il nostro cuore e riportarci in una dimensione senza tempo, come quando eravamo cullati dal tepore del grembo materno che ci custodiva come un tesoro. Estia è Colei che è ed è giunta per ricordarti la dimensione eterna del tuo essere. Anche nella notte più buia e fredda, puoi richiamare il calore del tuo Sacro Fuoco interiore. Alimentalo con Amore e illumierà l’infinito.