
Il Serpente: Custode della Conoscenza.
Il serpente, un animale affascinante e ricco di simbolismi, ha da sempre catturato l’immaginario collettivo. Fin dall’antichità, gli esseri umani gli hanno attribuito poteri straordinari, in una mescolanza di significati positivi e negativi. Questa dualità la troviamo in particolare nell’associazione tra serpente e veleno.
Il serpente è noto per la sua capacità di iniettare veleni, più o meno letali, nelle sue prede. Ma il veleno non è solo sinonimo di morte. Il serpente, infatti, è spesso associato alla medicina. Il caduceo di Asclepio, il dio greco della medicina, è raffigurato con un serpente avvolto attorno a una verga. Questo simbolo ancora oggi identifica medici e farmacisti, rappresentando la dualità di significato del veleno: cura e morte. Infatti, la parola greca pharmakon, che significa sia farmaco che veleno, ci ricorda che ogni sostanza naturale, a seconda della dose, può avere effetti benefici o dannosi.
Ma nella sua complessa simbologia, il serpente viene associato anche alla ciclicità del tempo e all’eternità. Tali concetti li vediamo condensati nell’antica figura dell’Uroboro: un serpente che si morde la coda formando l’immagine di un cerchio. Questo antico simbolo è legato alla tradizione dell’alchimia, sistema filosofico esoterico che si originò in un passato molto lontano. Infatti, per vedere la prima immagine nota dell’Uroboro dobbiamo spostarci nell’antico Egitto, dove lo troviamo su un misterioso papiro funerario scoperto nella tomba del faraone Tutankhamon (XIV secolo a.C.).
L’immagine del serpente che si morde la coda non parla solo del tempo, ma anche di trasformazione. Infatti, la capacità di mutare è uno degli aspetti più affascinanti di questo animale in natura. Il suo cambio di pelle periodico è un simbolo di rinnovamento e adattabilità a situazioni mutevoli. La sua abilità nell’effettuare una simile metamorfosi può essere una fonte di ispirazione per l’essere umano, spesso restio al cambiamento.
Il serpente è associato anche alla fecondità e, in particolare, alla divinità femminile. Nella scultura dell’antica civiltà minoica è ricorrente la raffigurazione della Dea dei serpenti, vestita con un lungo abito che lascia scoperti i seni, che stringe nelle mani due serpenti. Probabilmente una rappresentazione della Grande Madre, venerata in tutto il pianeta per millenni, sin dal Paleolitico.
Il serpente, strettamente legato alla dea e alla Terra, incarna la forza delle energie telluriche che attraversano il nostro pianeta. La sua natura strisciante, che lo porta a muoversi a contatto con il suolo, lo rende un simbolo di queste forze sotterranee. Inoltre, la sua capacità di muoversi con agilità nel sottosuolo, spesso associata a un mondo nascosto e misterioso, rafforza ulteriormente questa connessione.
Le energie telluriche provengono dall’interno della Terra e sono associate a luoghi di potere e guarigione. Si pensa che alcuni siti antichi, come Stonehenge o le piramidi egizie, siano stati costruiti in punti con una forte concentrazione di energia tellurica, che alcuni ritengono possa avere effetti benefici sulla salute fisica e mentale. Inoltre, alcune testimonianze portano a credere che tali energie possano influenzare il comportamento umano, creando sensazioni di energia, eccitazione o anche inquietudine.
Come puoi notare, il serpente è un simbolo complesso e multiforme, che rappresenta al contempo morte e vita, veleno e cura, trasformazione. Però c’è un altro aspetto controverso associato a questo affascinante animale: quello della conoscenza.
Nella Bibbia, il serpente incarna il tentatore di Eva, simbolo del male e della disobbedienza. Questa immagine negativa, perpetuata dalla Chiesa, lo identifica con il diavolo. Le parole del serpente, insinuanti e persuasive, hanno spinto Eva a oltrepassare i confini imposti, portando alla cacciata dall’Eden e alla conseguente sofferenza dell’umanità.
Ma c’è un’altra figura legata alla disobbedienza e ai primi esseri umani: Lilith. La prima compagna di Adamo, simbolo di indipendenza e conoscenza, rappresenta un’altra faccia della medaglia. In alcune interpretazioni, il serpente, invece di essere un agente del male, è colui che apre gli occhi a Lilith, trasmettendole la conoscenza e la consapevolezza.
Con la sua ribellione, Lilith rappresenta la libertà e l’autonomia femminile. Rifiutando di sottomettersi ad Adamo, diventa un simbolo di resistenza contro le norme patriarcali. In un certo senso, lei è simile al serpente, poiché associata alla conoscenza proibita.
Le dualità insite nella figura del serpente riflettono quelle presenti nella nostra vita, come un’eco profonda che risuona nel nostro essere. Spesso tendiamo a interpretare gli eventi catalogandoli come buoni o cattivi, belli o brutti, come se la realtà fosse un palcoscenico diviso in due metà ben distinte. La nostra mente, abituata a semplificare, cerca di dividere il mondo in luce e ombra, in bianco e nero, dimenticando che la vera bellezza risiede proprio nelle sfumature.
Il serpente, con la sua natura ambivalente, ci ricorda che il confine tra luce e ombra è spesso insidioso, sfumato e mutevole. La sua classificazione come animale lunare o solare, a seconda della cultura e dell’interpretazione, ne è un esempio lampante. È come se il serpente, nella sua saggezza antica, ci sussurrasse che la vita non è un gioco di scacchi con regole precise, ma un caleidoscopio di colori e forme in continua evoluzione.
E proprio come il serpente, che si muove con grazia sia tra le ombre della notte che sotto il sole cocente, così anche noi siamo creature complesse, attraversate da forze contrastanti, capaci di grande amore e di profonda oscurità.
Il serpente, come il drago, simbolo di potenza e mistero, ci invita a guardare oltre le rigide categorie e a abbracciare la complessità della vita. Come la luna che illumina la notte e il sole che illumina il giorno, il serpente è legato sia alla Luna che al Sole, sia alla Terra che al cielo, incarnando l’interconnessione di tutte le cose.
(Immagine: “Lilith” di John Collier, 1887, dettaglio)