Non combattere contro te stesso
Cosa fai tutti i giorni di così speciale? Passi la tua esistenza a preoccuparti del mutuo da pagare, del lavoro, dei problemi col tuo partner… La vita scorre e tu ti senti travolto dalle innumerevoli vicende che un po’ ti portano su e un po’ ti scaraventano a terra. È una specie di incontro di boxe. Quanto riesci ad incassare? Sferri qualche colpo anche tu?
A volte sorge in te una sensazione sgradevole, un fastidio. Non capisci perché, ma i tuoi sentimenti ti ruggiscono dentro. Allora, cominci a scalpitare. Dentro te la lotta ha inizio. Aspetterò qualche secondo prima di farti notare che l’avversario contro cui combatti sei tu stesso!
Quante gliene hai date? Ha sofferto? Hai sofferto? Tutte le volte che ti sei costretto ad accettare qualcosa che non volevi, hai fatto un piccolo torto a te stesso, ti sei auto-inflitto un colpo. Poi ci sono state le botte più pesanti: a quanti sogni hai rinunciato?
Smetti di sabotare te stesso, di metterti i bastoni tra le ruote. Definisci gli obiettivi della tua vita e poi chiediti: quanti di questi obiettivi sono in accordo con quello che il mio cuore desidera?
Non è questione di romanticismo. Molto spesso seguiamo la logica razionale e dimentichiamo di ascoltare i nostri reali sentimenti. Oppure li ignoriamo deliberatamente. E ogni desiderio ignorato, ogni richiesta del nostro cuore che rimane inascoltata, scava un solco all’interno di noi, in cui poi scorreranno lacrime. Sarà il canale preferito dalla tristezza, che vi scorrerà come un fiumiciattolo. Più consentiremo a quel solco di ingrandirsi, più tristezza riuscirà a passarvi. Da ruscello diventerà un fiume in piena e avrà la forza di travolgere il nostro mondo interiore. Quella forza gliel’avremo data noi.
Perciò, la prossima volta che ti ritrovi sul ring a combattere contro te stesso, pensa a quali saranno le conseguenze. Se non ti ami tu per primo, chi lo farà al posto tuo? Tu devi sostenerti, incoraggiarti, darti la forza per andare avanti.
Quando ingaggiamo una lotta contro noi stessi lo facciamo per punirci. Vogliamo limitare la nostra persona, imbrigliarne i desideri. Perché facciamo questo? Di solito per paura. Può trattarsi della paura di cambiare la situazione presente. Magari tentiamo di porre resistenza ad un cambiamento che il nostro cuore desidera. Preferiamo restare fermi in una condizione stagnante piuttosto che agire e subire le conseguenze della nostra scelta.
Forse è la paura del giudizio altrui che ci frena. Il desiderio di essere sempre approvati dagli altri ci impedisce di vivere la nostra vita in modo sincero ed autentico. Fermati un istante e chiediti: perché sto frenando me stesso? Perché combatto contro di me?
Dicono che l’amore per se stessi si impara da piccoli. Però, poi la vita può portarci a credere che ci sia qualcosa di sbagliato in noi, specialmente quando non raggiungiamo gli obiettivi che ci eravamo prefissati (o che altri avevano fissato per noi). Allora, ti chiedo di fare una pausa nel giudizio: fai scendere te stesso dal banco degli imputati e concedigli un attimo di respiro.
Se la lotta è sorta in te non significa che tu abbia qualcosa di sbagliato, ma che c’è una voce inascoltata che vuole farsi sentire. Affrontala. Guarda te stesso allo specchio. Fissati negli occhi. Non abbassare lo sguardo. Hai davanti a te la persona che sarà sempre presente nella tua vita, sia nelle gioie che nei dolori. Combatterla è un suicidio. Ascoltala, invece.
Scendi a compromessi con te stesso. Concediti il tempo di cui hai bisogno e ascolta i tuoi desideri. Fallo per te.